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Tecnologia in stile “Vintage” per riconquistare un mercato sopito. Visto il nuovo Razr?

Prima sono arrivate le automobili mettendo in piedi un creativo modo per riportare in primo piano grandi glorie del passato ma rivisitate in chiave moderna. Ci hanno provato praticamente tutte le case automobilistiche con fortune alternanti. Tra le più riuscite la Mini di BMW e la 500 di Fiat. Due fenomeni che sono diventati di costume ma che in realtà mostrano linee inventate negli anni 50 e 60, un’epoca d’oro per il design…

Oggi lo stesso fenomeno sembra stia in qualche modo arrivando anche dalle parti della tecnologia con riprese di design che richiamano i grandi momenti della fine degli anni 90 e inizio 2000 dove effettivamente i produttori di telefoni (non smartphone) facevano di tutto per accaparrarsi il mercato puntando tutto sulla bellezza e le linee dei propri prodotti.

Se rimaniamo in ambito telefonico oggi il design degli smartphone non è certamente dei più ricercati, arrivando ad essere in qualche modo sacrificato il più possibile dallo schermo (vero protagonista) e dalle funzionalità quali la fotocamera e la potenza.

Come stupire allora il consumatore in un mondo in cui praticamente i device si assomigliano tutti?

La risposta sembra avercela data prima Nokia con la riedizione di grandi classici come il 3310 o il famoso “Banana”, relegati questi ultimi però ad un mercato secondario avendo al loro interno un sistema operativo basico e semplicistico.

La risposta più avanzata in chiave “Vintage” è allora quella di Motorola con la riedizione del mitico Razr. Questa volta però il produttore americano non solo si è soffermato a creare una riedizione in chiave moderna del suo modello che tanto è piaciuto in quell’epoca d’oro di cui si è detto sopra, ma ha anche fatto in modo che questo modello contenga al suo interno tutta la tecnologia più evoluta. Spazio quindi a potenza, fotocamere, usabilità, Android e soprattutto ad un nuovo schermo OLED pieghevole che rende il telefono quasi un miracolo tecnologico agli occhi dell’utilizzatore.

L’idea interessante è riproporre quanto di bello è stato disegnato dal primo modello mettendoci dentro tutto quanto moderno c’è in circolazione. Un azzardo che incide su un prezzo che oggi si aggira sui 1500 euro ma che può essere “affrontato” dai veri fanatici del marchio e da tutti quelli che in quel periodo avevano già apprezzato questo gioiello come status symbol: magari è proprio l’esclusività data dall’investimento che è necessario affrontare la vera alternativa verso il successo.

Tecnologia in stile “Vintage” per riconquistare un mercato sopito?

E’ innegabile come anche oggi sfoderare dal proprio taschino un Razr pieghevole nuovo fiammante non può che suscitare quell’interesse già provato all’ora e che solo l’iPhone ha potuto ripetere anni fa. Usare il Vintage per riconquistare un mercato sopito da tempo è forse una strada da percorrere, un nuovo tracciato che però si rifà al vecchio, novità provenienti dal passato che però guardano avanti in chiave moderna.

Usare le riedizioni di prodotti tecnologici aggiornati con le funzionalità più moderne non può che essere un toccasana per tutte quelle realtà che in quegli anni già c’erano. Un terreno di conquista odierno per far fronte a quello strapotere che proviene dalla Cina. 

Forse anche in questo caso guardare il mercato automobilistico può essere una lezione per tutti: la battaglia verso la conquista non è, e non può essere, solo il prezzo. E’ il design, l’innovazione e l’originalità di osare quello che conta davvero.

Il nuovo Nokia “banana”