Facebook,  Instant Messaging,  Internet,  Meta,  Tecnologia,  WhatsApp

Quali sono i dati condivisi da Whatsapp a Facebook? La risposta ufficiale

L’aggiornamento delle Privacy Policy da parte di Whatsapp avvenuta qualche giorno fa ha creato una serie di rumors si un certo livello.

Il motivo di tanto rumore è stato soprattutto quello legato alla condivisone dei dati con Facebook. Una novità collegata alla obbligatorietà dell’accettazione dei termini che ha fatto storcere il naso a molti.

Fermo restando che grazie alle normative legate al GDPR per noi europei queste modifiche sono risultate da subito inattivabili è accaduto, come spesso succede in questi casi, che molto si è parlato e condiviso a riguardo con notizie più o meno vere, molte inventante, ed ancora di più errate. Un flusso di informazioni che in alcuni casi sono arrivate a descrivere scenari catastrofici. Un po’ troppo direi…

Le FAQ ufficiali di Whatsapp

Per cercare di tamponare una situazione che sembra sfuggire di mano, con conseguente fuga degli utenti verso altre piattaforme (vedi il boom di 25 milioni di iscrizioni su Telegram nelle ultime 24 ore), l’azienda ha voluto mettere in chiaro la situazione informando gli utenti attraverso una serie di FAQ ufficiali pensate per dare una risposta concreata e vera sulla situazione.

Come si può vedere dallo schema in questa immagine si conferma che in nessun modo i dati contenuti all’interno delle chat verranno condivise con Facebook, confermando inoltre che le comunicazioni continuano ad essere private e criptate end-to-end.

Anche i contatti ed i gruppi si garantisce rimarranno privati così come i logs delle comunicazioni.

Tanto rumore per nulla?

Non proprio perché se è vero che Whatsapp è al momento uno strumento utilizzato da milioni e milioni di persone in tutto il mondo, è altrettanto vero che la possibilità da parte di Facebook di utilizzare questo strumento per generare dati utili (big data) alle proprie campagne di marketing rimane intatta.

Se non vengono condivisi i contenuti ciò non toglie che tempi, modalità, posizioni e profili di utilizzo non continuino ad essere una base dati succulenta a cui è impossibile rinunciare se pensiamo che il modello di business di Whatsapp continua a basarsi su una gratuita non coperta da banner o piani a pagamento.